Accadde oggi…

“Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”

Libero Grassi fu un imprenditore siciliano che pagò con la vita il rifiuto alle richieste di pizzo pervenute da parte dell’organizzazione criminale di Cosa Nostra.

Grassi ebbe il coraggio di uscire allo scoperto e denunciare pubblicamente i racket e le estorsioni dei mafiosi, che avevano preso di mira la fabbrica di famiglia con richieste di pizzo in cambio di “protezione”. L’imprenditore siciliano si oppose fermamente a questi meccanismi e, con il supporto dei giornali, cercò di dare evidenza e risonanza alla battaglia per la legalità: un atteggiamento troppo poco conveniente agli esponenti di Cosa Nostra, tanto che questi decisero di eliminarlo.

Libero Grassi fu raggiunto da quattro colpi di pistola alle 7.30 del 29 agosto 1991, a Palermo, mentre si dirigeva a piedi al lavoro.

L’assassino viene arrestato nell’ottobre dello stesso anno e porta il nome di Salvatore Madonia, figlio del boss di Resuttana. La sentenza dell’aprile 2008 lo ha condannato in via definitiva la 41-bis insieme ad altri esponenti della “Cupola” di Cosa Nostra.

L’opposizione di Grassi aprì la stagione della ribellione al pizzo, che proseguì con l’istituzione di comitati e associazioni “antiracket” in tutta la Sicilia e portò, qualche mese dopo la sua morte, alla Legge anti-racket 172.