Accadde oggi…

«Oggi mi colpisce il policentrismo della Mafia, anche in Sicilia, e questa è davvero una svolta storica. È finita la Mafia geograficamente definita della Sicilia occidentale. Oggi la Mafia è forte anche a Catania, anzi da Catania viene alla conquista di Palermo. Con il consenso della Mafia palermitana, le quattro maggiori imprese edili catanesi oggi lavorano a Palermo. Lei crede che potrebbero farlo se dietro non ci fosse una nuova mappa del potere mafioso?» (Da un intervista rilasciata a Giorgio Bocca nell’agosto 1982)

Carlo Alberto Dalla Chiesa era stato nominato Prefetto di Palermo da pochi mesi quando, la sera del 3 settembre 1982, venne ucciso in un attentato mafioso ad opera di Cosa Nostra.

L’auto sulla quale viaggiava, guidata dalla moglie Emanuela Setti Carraro, fu affiancata da una BMW dalla quale partirono raffiche di Kalashnikov: morirono entrambi. Fu mitragliata anche l’auto dell’autista e agente di scorta del Prefetto, Domenico Russo, che morì in ospedale dopo 12 giorni di agonia.

L’attentato a Dalla Chiesa si inserisce nella lunga e sanguinosa “guerra” tra Stato e Mafia: lo stesso Dalla Chiesa era stato nominato Prefetto in Sicilia dal governo Spadolini nella speranza di ottenere contro Cosa Nostra gli stessi risultati che il generale aveva ottenuto negli anni precedenti contro il terrorismo, specialmente quello delle Brigate Rosse.

Vennero condannati all’ergastolo come mandanti dell’omicidio i vertici di Cosa Nostra: i boss Riina, Provenzano, Greco, Calò, Brusca e Geraci.