Cos'è
L’autore immagina cosa scriverebbe Bertolt Brecht se vivesse oggi, immerso nella nostra cultura, ottant’anni dopo la fine degli orrori nazisti, e in un’economia e finanza più complesse. Sottolinea come quegli orrori siano ancora attuali, seppur in altre forme, e come la prevaricazione, l’ipocrisia e lo sfruttamento persistano nella finanza. In questa “Giovanna dei disoccupati”, i personaggi brechtiani agiscono in nuovi contesti, ma sempre immersi nella dominanza e nella sudditanza. L’algoritmo, le multinazionali e l’istigazione al consumo sono visti come nuove forme di crudeltà. La povertà e la fame rimangono drammaticamente reali, e il rito economico spinge al consumo eccessivo e alla sofferenza. Milioni di individui sono sempre più isolati e oppressi dal mondo commerciale-pubblicitario-
Di e con: Natalino Balasso E con: Giovanni Anzaldo, Marta Cortellazzo Wiel, Roberta La Nave Scene: Anusc Castiglioni Costumi: Sonia Marianni Luci: Cesare Agoni Regia: Andrea Collavino Coproduzione: Centro Teatrale Brescia / Emilia Romagna Teatro / Teatro Stabile di Bolzano / Corvino Produzioni