“In ricordo dei F.lli Cervi” – viaggio di studio e memoria – 26 maggio 2024

Un viaggio in ricordo dei Fratelli Cervi. 

ANPI Limbiate, con il Patrocinio ed il contributo del Comune di Limbiate, ha organizzato un viaggio di studio e memoria a Gattatico e Campegine nel ricordo dei Fratelli Cervi. Sarà l’occasione per visitare la casa-museo dei Fratelli Cervi e scoprire aneddoti e retroscena delle vicende che, in tempo di lotta partigiana, portarono alla fucilazione dei sette fratelli.

La Casa-Museo Cervi si trova nella bassa pianura reggiana, fra i Comuni di Gattatico e Campegine, ed è ambientato nella casa colonica dove la famiglia Cervi arriva nel 1934.

Contadini mezzadri, i Cervi compiono all’inizio degli anni ’30 scelte che si riveleranno fondamentali sia in ambito produttivo sia nel consolidamento di un deciso orientamento antifascista. Fucilati insieme a Quarto Camurri per rappresaglia nel dicembre del 1943, la vicenda dei sette figli maschi di Genoeffa e Alcide assume da subito un forte valore simbolico, mentre la loro casa – durante il secondo conflitto mondiale punto di riferimento e di concreto aiuto per antifascisti, renitenti alla leva, e per chi si opponeva alla guerra – diventa la meta privilegiata di tutti coloro che si riconoscono nei valori dell’Antifascismo e della Democrazia. Casa Cervi diventa “Museo per la storia dei movimenti contadini, dell’antifascismo e della Resistenza nelle campagne” dopo uno spontaneo processo di trasformazione che si è concluso con il riallestimento del 2002. Il Museo Cervi permette oggi di riscoprire la storia di questa famiglia, attraverso percorsi di visita nuovi e in costante aggiornamento, sia all’interno delle stanze del Museo, che sul territorio.

Quota di iscrizione 35 euro comprendente viaggio A/R con pullman GT, visita guidata Casa-Museo, pranzo in ristorante.

Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a:

Enrico Rossetti, tel. 377-4568880

Rosario Traina, tel. 338-7612991

Programma completo in locandina. 

LA STORIA.

Dal più vecchio, di 42 anni, al più giovane, di 22, i fratelli Cervi si chiamavano Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore. Come le due sorelle, nacquero tutti a Campegine, un comune di pianura in provincia di Reggio Emilia. I genitori, Alcide Cervi e Genoeffa Cocconi, erano contadini ma avevano cresciuto i figli cercando di migliorare la situazione economica e culturale della famiglia, in particolare studiando le più moderne tecniche agricole del periodo.

Nel 1934 la famiglia Cervi si trasferì nel podere di podere di Campirossi, tra le località di Campegine e Gattatico. Negli anni successivi la casa divenne un ritrovo per chi aveva idee antifasciste e successivamente un rifugio per oppositori al regime, renitenti alla leva della Repubblica di Salò e stranieri sfuggiti alla cattura da parte dei nazisti e dei fascisti, tra cui vari cittadini sovietici.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre i fratelli cominciarono a pianificare azioni contro i fascisti. In ottobre Aldo Cervi e alcuni dei suoi fratelli, insieme al sovietico Anatolij Tarassov e ad altri amici, salirono nelle montagne reggiane, dove si stavano formando i primi GAP (Gruppi d’Azione Patriottica) del Partito Comunista, per compiere assalti e altre azioni di guerriglia e spionaggio.

Il 25 novembre 1943 i fratelli Cervi si trovavano tutti nella casa di Campirossi, insieme a genitori, mogli, figli e amici: un plotone della Guardia Nazionale Repubblicana circondò la casa e ordinò agli uomini di arrendersi e consegnare le persone che vi si erano rifugiate. I sette fratelli furono arrestati insieme al padre, al disertore Quarto Camurri, al partigiano Dante Castellucci, a Tarassov e a tre soldati stranieri, i sudafricani John David Bastiranse e John Peter De Freitas (Jeppy), e l’irlandese Samuel Boone Conley.

I Cervi furono incarcerati nel carcere politico dei Servi a Reggio Emilia. Rimasero prigionieri fino alla mattina del 28 dicembre, quando furono fucilati, insieme a Camurri, per rappresaglia nei confronti dell’attentato mortale contro Davide Onfiani, un funzionario comunale di Bagnolo, un altro paese reggiano.

Alcide Cervi seppe della morte dei figli solo l’8 gennaio, quando il carcere in cui era prigioniero fu bombardato. Visse fino al 1970 e raccontò la storia della sua famiglia nel libro I miei sette figli, pubblicato nel 1955. Nel 1968 il regista Gianni Puccini diresse il film “I sette fratelli Cervi”, ispirato dalla storia dei sette partigiani di Campirossi.