Lo stemma del Comune di Limbiate

La storia dello stemma di Limbiate affonda le sue radici probabilmente negli anni Venti del ‘900.

Apparve per la prima volta nel 1922, ma fu descritto in una lettera da parte del Podestà Luigi Capuano del 29 aprile 1928 e indirizzata all’Ufficio Araldico del Ministero dell’Interno.

Lo stemma era inizialmente diviso in tre campi: uno di fondo azzurro, uno superiore bianco con la lettera L e uno centrale costituito da una fascia dorata.

Nella missiva l’ingegner Capuano chiedeva di autorizzare il Comune all’utilizzo dello stemma con brevetto dopo averne verificato la presenza nella Consulta Araldica. Il 10 maggio 1928 il segretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri invitava il Podestà a presentare istanza di riconoscimento o concessione per dare allo stemma dei limbiatesi un riconoscimento ufficiale.

Capuano cominciò allora ad inviare richieste per realizzare i nuovi bozzetti fino al 17 marzo 1934, quando venne presentata domanda di concessione ufficiale.

Nel 1940 il Podestà Maggi chiese lo studio di un nuovo stemma perché la richiesta avanzata alla Consulta Araldica non aveva ricevuto risposta. La pratica rimase in sospeso sino al 13 dicembre 1966, quando l’allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e il Guardasigilli Aldo Moro emanarono un decreto che ufficializzava lo stemma e il gonfalone di Limbiate.

Il blasone presenta due torte rosse che rappresentano la fedeltà e la trasparenza di chi ha la responsabilità di amministrare il Comune. Le torte richiamano inoltre i bisanti, vecchie monete d’oro dell’Impero d’Oriente. In questo caso i bisanti traggono ispirazione dallo stemma della famiglia Carcassola, che dal 1538 al 1627 possedeva metà feudo della Pieve di Seveso, al quale apparteneva anche Limbiate. Il rosso, che è ripreso anche nella fascia superiore, riporta al suo significato rinascimentale di fedeltà.

Le ali (il cosiddetto “volo”) sono state tratte dallo stemma della famiglia Arese, che possedeva l’altra metà del feudo di Seveso ed indicano il tentativo di raggiungere fini elevati come il bene comune.

La L è l’iniziale del Comune, in origine chiamato Lemiate. L’ape, invece, rappresenta la sapienza e le grandi imprese. Una diversa interpretazione la vedrebbe legata alla presenza di Napoleone a Limbiate, decoro ricorrente del mantello dell’Imperatore francese.

Questi elementi sono incastonati in uno scudo diviso in quattro fasce: una rossa superiore seguita da una blu con le ali, una più piccola bianca che funge da sfondo alle torte e l’ultima, con l’ape, nuovamente blu. Lo scudo è circondato da un ramo di ulivo (verosimilmente emblema della pace) e uno di quercia (emblema della forza) legati da una fascia tricolore e sormontato da una corona con base rossa.